Dal punto di vista prettamente scientifico possiamo certamente affermare che, l’odontoiatria è sostanzialmente similare in tutto il mondo in termini di iter formativo, abilitazione e requisiti di iscrizione all’albo professionale.
Ciò premesso gli approcci alla cura del paziente sono molteplici e correlati a svariati fattori, tra i quali in primis spicca certamente la visione culturale della nazione di riferimento. Alcuni paesi, infatti, riconoscono solo l’aspetto funzionale dei denti e in tali aeree i dentisti, di conseguenza, si focalizzano sulle cure puramente essenziali, in altri paesi invece viene enfatizzato l’aspetto estetico, per cui gli odontoiatri oltre alle cure tradizionali offrono prestazioni di estetica e cosmetica dentale.
Inoltre, dal punto di vista dell’organizzazione degli ambulatori, in cui concretamente i dentisti effettuano i relativi trattamenti, le differenze geografiche giocano un ruolo strategico.
In particolare, in questo articolo vogliamo tracciare una comparazione tra il contesto statunitense e quello europeo, per evidenziare le maggiori differenze, ma al contempo sottolineare i trend del mercato a livello globale e offrire alcuni spunti di riflessione sulle esigenze degli studi dentistici, non solo presenti ma anche future.
Infatti, essere capaci di guardare al di là dei propri confini e confrontarsi con esperienze differenti consente di trarre spunti preziosi per migliorare la propria attività quotidiana.
In secondo luogo, essere attenti ai nuovi trend a livello globale permette di essere pionieri nell’introduzione di nuove tendenze internazionali nel proprio ambito e territorio, investendo su tecnologie e attrezzature sempre all’avanguardia in grado di offrire ai pazienti prestazioni di standard elevatissimi.
Organizzazione degli studi dentistici americani ed europei – differenze:
Se pensiamo agli studi dentistici americani, la prima immagine che viene in mente è senza dubbio quella di un ambiente open space con un setting dal design pulito e minimal combinato a prodotti di altissima affidabilità al fine di minimizzare gli interventi di assistenza particolarmente critici in considerazioni della vastità del territorio.
Il concept dell’organizzazione dello studio dentistico americano è tendenzialmente focalizzato su una poltrona stand – alone al centro dell’area attorno alla quale viene posizionata tutta l’attrezzatura a completamento: mobili, strumenti a distribuzione laterale prevalentemente a cavi pendenti e con cart a garage, lampada a soffitto, aspirazione indipendente a muro o portatile etc.
In quel contesto il dentista è abituato a lavorare con un orientamento prevalente a ore 12 e spesso senza assistente. Il concept sopra descritto risulta pertanto di elevata funzionalità, design e fortemente rassicurante essendo gli strumenti dislocati rispetto alla poltrona e pertanto fuori dalla vista del paziente.
Tutto ciò rende molto evidente la differenza con il classico contesto europeo a cui siamo tendenzialmente abituati, dove al centro dell’ambulatorio troneggia il tradizionale riunito “all in one” che come richiama la parola stessa raggruppa in un unico prodotto, tendenzialmente corredato di gruppo idrico e bacinella, numerosi accessori e strumenti correlati
L’operatore è solitamente orientato a lavorare tra ore le 9 e ore le 11 e quasi sempre si avvale dell’assistente.
Ad ogni modo, le differenze tra questi due scenari geografici non sono statiche e immutabili.
Oggi più che mai è possibile osservare in Europa, e prevalentemente nei paesi nordici, una tendenza crescente di organizzazione dello studio dentistico improntata in stile americano. La ragione è principalmente correlata a motivi di igiene (soprattutto in tempo di pandemia la tendenza è, laddove possibile, di abbandonare la bacinella e/o tutto il gruppo idrico), e ai nuovi trend in ambito odontoiatrico legati alla cosmetica, estetica e protesica dentale, implantologia e chirurgia orale ambulatoriale. Questi ultimi crescenti sviluppi in ambito di prestazioni odontoiatriche, tra l’altro ad alta remunerabilità, stanno sicuramente sensibilizzando l’operatore nel creare degli ambulatori ad hoc, con equipaggiamento più smart e dedicato, senza la necessità di dover immobilizzare il riunito principale che può continuare ad essere utilizzato per le sue funzioni intrinseche.
Curiosità da tutto il mondo odontoiatrico
Infine, vogliamo chiudere questo confronto, citando curiosità e fatti peculiari sulla pratica dentistica provenienti da tutto il mondo.
Innanzitutto, dopo aver parlato delle diversità di organizzazione e di approcci negli studi dentistici, impossibile non citare quelle aree del mondo in cui degli ambulatori si fa invece a meno, perché ancora oggi quella odontoiatrica è una pratica ambulante, che molto spesso si svolge a cielo aperto.
Nelle zone meno urbanizzate dei continenti asiatici, africani o sudamericani infatti è possibile imbattersi in dentisti che viaggiano di villaggio in villaggio e che, in mancanza di altre sistemazioni, come cliniche mobili, offrono cure dentistiche in strada.
Un’altra tendenza proveniente dal mondo extraeuropeo, ma che sta prendendo sempre piu’ piede anche in europa è quella relativa alla sedazione cosciente.
Sarà capitato a molti di vedere in un film americano che i pazienti nello studio dentistico vengono anestetizzati inalando gas da una mascherina, alle volte con effetti appositamente esagerati da resultare divertenti sul grande schermo.
Quello che viene utilizzato è protossido di azoto miscelato con ossigeno che, oltre a rilassare i pazienti e renderli meno sensibili al dolore e più collaborativi, può dare come effetto collaterale anche una leggera sensazione di euforia.
Anche da noi questa soluzione, anche se per ora marginalmente, comincia ad essere utilizzata negli studi dentistici, soprattutto nei casi di odontofobia, in cui il paziente ha difficoltà ad approcciarsi alle cure dentali.
Allargando infine la nostra prospettiva e uscendo dallo studio del dentista per volgere lo sguardo al tema più generale della salute dentale della popolazione, forse non tutti sanno che in alcuni paesi al mondo, all’acqua potabile che raggiunge le case dei cittadini viene addizionato del fluoro.
La cosiddetta “fluorizzazione dell’acqua”, pratica diffusa ad esempio negli Stati Uniti, in alcune zone del Regno Unito e in Australia, serve – secondo i suoi sostenitori – a prevenire la formazione della carie nei bambini e in generale in tutta la popolazione.
Un tipo di prevenzione su cui non tutti sono d’accordo e che non ha mai preso concretamente piede al di fuori dei paesi anglofoni. A tal riguardo Germania e Francia ne hanno espressamente vietato questa pratica.